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L’uomo e il gioco

Il gioco è presente nella vita umana fin dalla notte dei tempi. Il gioco precede la cultura; animali e bambini giocano istintivamente. L’attività ludica è scolpita nella nostra specie come parte della composizione genetica. Possiamo andare oltre e sostenere che i bisogni creativi dell’uomo derivino dall’impulso di giocare.

In ogni caso, qualunque siano le origini del gioco, biologiche o sociali, esso è qualcosa di tutt’altro che frivolo. Il gioco rappresenta una parte complessa dell’evoluzione dell’Homo Sapiens, attraverso cui si è evoluta la specie. Il gioco è lo strumento attraverso cui si instaurano i legami sociali e amorosi, nonché la base del linguaggio, dei comportamenti e dei significati.  L’attività ludica aiuta l’individuo a sviluppare strategie di apprendimento efficaci. Per i nostri antenati la capacità di giocare era un elemento essenziale per la sopravvivenza e lo é ancora oggi. Se la nostra vita è tutto lavoro e niente gioco siamo in pericolo.

“L’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare.”

-George Bernard Shaw

Se mi fermo ad osservare i miei due figli mentre giocano mi accorgo che un semplice oggetto di casa nelle loro mani diventa un folgoratore laser stile Star Wars, un mantello dell’invisibilità stile Harry Potter o una spada magica tipo il caro “pungolo” di Frodo…..  E’ magnifico vedere la magia che appare davanti ai miei occhi e devo confessare che sono geloso della loro abilità di creare un mondo di finzione e della loro eccitazione che li accompagna durante il gioco. Dove finisce questo talento quando diventiamo adulti?

Probabilmente quando giochiamo, la logica, che interferisce troppo spesso, ci segnala che quello che stiamo facendo può non essere l’uso migliore del nostro tempo. Il nostro orgoglio ci dice che combattere usando un mestolo come spada non sia qualcosa da raccontare agli altri. Nell’età adulta la ricerca di uno scopo domina ogni cosa, fortunatamente i bambini non sono turbati da quella voce interiore che dice loro che devono prefissarsi uno scopo per quello che stanno facendo, seguono una logica diversa. Giocano per la pura voglia di farlo.

Le caratteristiche del gioco sono ben esplicitate nel libro Homo Ludens scritto da Johan Huizinga, egli definisce il gioco come segue:

“Riassumendo la caratteristica formale del gioco, possiamo definirla come una libera attività che rimane consapevolmente al di fuori dalla vita  ordinaria essendo “non seria”, ma che allo stesso tempo assorbe il giocatore intensamente e completamente. E’ un attività non collegata ad alcun interesse materiale, e nessun guadagno può essere ottenuto attraverso di essa. Procede nei suoi limiti di tempo e spazio secondo le regole fissate e in modo ordinato. Promuove la formazione di gruppi sociali che tendono a circondarsi di segretezza e a sottolineare la differenza con il mondo comune attraverso il travestimento e altri mezzi”

Oggi le persone lavorano più a lungo e più duramente credendo che questo le renda più produttive, ma non è così: rimangono spesso sopraffatte dal lavoro iniziando a soffrire lo stress. Il successo dipende molto meno dal tempo che trascorriamo al lavoro e più dalla qualità del lavoro che produciamo. La qualità del nostro lavoro dipende molto dal nostro benessere mentale. Questo è il motivo per cui è importante che giochiamo mentre lavoriamo. Senza i momenti di gioco, il nostro lavoro ne soffrirebbe.

Giochiamo il più possibile!

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