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LA CHIAVE DELLA COLLABORAZIONE

Sempre più spesso mi viene chiesto di supportare gruppi di lavoro che hanno difficoltà nel collaborare e nello sviluppare l’attitudine a lavorare in Team. Quando entro in contatto con la persona che promuove l’intervento di coaching e chiedo cosa non funziona, mi sento ripetere le solite parole:

“Il nostro problema principale è che le persone sono chiuse, non vogliono collaborare. Se collaborassero veramente, potremmo raggiungere obiettivi fantastici, ma ognuno pensa solo al proprio orticello”

Quindi il problema sono le persone?  C’entra forse qualcosa il tipo di cultura aziendale nel quale sono immersi?

La mia domanda in questi casi è: “Cosa ci guadagnano le tue persone a collaborare? E soprattutto cosa guadagnano a non farlo?”

La nostra società non è votata alla collaborazione. Ad oggi nella carriera formativa della maggior parte delle persone non c’è stata l’enfasi necessaria circa il lavoro di team e la cooperazione. L’attuale generazione è figlia dell’individualismo e della ricerca del successo personale. Le persone sono geneticamente poco inclini a mettere il bene comune davanti al proprio. Egoismo? Egocentrismo? L’ego in tutto questo ha sicuramente un aspetto fondamentale. Siamo importanti se abbiamo successo e otteniamo risultati, altrimenti siamo degli sfigati.

Quando vado nelle aziende che poco fa citavo, l’ambiente rispecchia pienamente quest’immagine di società individualista. C’è una forte incoerenza di fondo, chi predica collaborazione normalmente mette in pratica strategie e incentivi motivazionali basati sul prevalere dell’individuo rispetto al gruppo. Ne sono esempi le classifiche dei venditori più performanti che riceveranno un bel viaggio premio nel caso saranno i migliori, gli obiettivi legati semplicemente alle prestazioni del singolo, come anche il fatto di fare paragoni frequenti tra collaboratori (“certo che se tu fossi bravo quanto lui…. , lui è in definitiva il migliore di tutti voi…, qualsiasi cosa fate lui farà sicuramente meglio di voi…. Etc).

In un ambiente del genere chi collaborerebbe?  In presenza di forte competizione la collaborazione si allontana. La collaborazione persegue una semplice e chiara strategia, la filosofia del vinco-vinci. Ovvero dobbiamo tendere ad una situazione in cui il benessere del singolo sia in corrispondenza del benessere della controparte. La competizione parte dal presupposto che se un soggetto vince qualcun altro perde.

 Questa però è una visione che non massimizza il risultato ed è basata sul potere.

Se ho più potere degli altri sarò in grado di vincerli e sopraffarli.

Al contrario la visione win-win massimizza il risultato e parte dal presupposto che tutti abbiano diritto di raggiungere il successo. Questa concezione porta ad un livello superiore il nostro agire ed ha un suo prezzo, in termini di tempo ed energie necessarie per progettare, costruire e mantenere la soluzione ottimale, che porti soddisfazione a tutte le parti in causa.

Nel breve termine il vantaggio del vinco-vinci potrebbe non essere evidente, è nel lungo periodo che genera i vantaggi maggiori. Se prendiamo come esempio il rapporto capo-collaboratore. La persona con più potere potrebbe forzare la propria soluzione a svantaggio di quella più debole. Se lo facesse una volta tutto potrebbe filare liscio. Se la cosa si ripetesse sistematicamente non ci sarebbe mai più collaborazione, perché chi subisce le decisioni altrui a lungo andare si ribellerà e porterà conseguenze disastrose.

Il discorso vale in ogni tipo di relazione con i capi, i colleghi, i collaboratori ma anche con clienti e fornitori. A lungo andare la parte che subisce la sconfitta romperà il giocattolo e questo non potremo evitarlo.

Per sviluppare questo tipo di mentalità sono necessarie tre caratteristiche :

  • La Coerenza. Necessaria per mettere a fuoco il proprio essere, i propri valori e per riconoscere che il proprio benessere è altrettanto importante del benessere delle persone che ci circondano. L’armonia con sé stessi e con l’esterno guideranno l’agire e massimizzeranno i risultati comuni.
  • L’Equilibrio. Tra un agire coraggioso e la considerazione per gli altri. Il solo agire per seguire le proprie convinzioni in mancanza del rispetto dell’interlocutore porta alla strategia vinco-perdi, all’egocentrismo e all’utilizzo del potere per dirimere le questioni. Avere capacità di ascolto abbinate alla capacità di prendere posizione porteranno nel lungo periodo al successo.
  • Mentalità dell’abbondanza. Sentire che al mondo c’è a disposizione abbastanza ricchezza per tutti, e non sto parlando solo di quella economica, ma intesa anche come la possibilità di trarre soddisfazione dal proprio essere. Chi non vive nell’abbondanza, sente implicitamente che se otterrà successo è perché l’ha tolto a qualcun altro, se avrà una ricompensa è perché qualcuno ha avuto una punizione, se qualcuno ha successo lui è infelice perché sente che è stato tolto a lui. Riuscire a godere del proprio e dell’altrui successo genuinamente è il segreto per sviluppare collaborazione, fiducia in sé stessi e vedere il mondo come ricco di risorse e quindi utilizzarle.

L’insieme di queste 3 qualità danno vita ad un ambiente fondato sulla vittoria comune, sull’affievolimento della competizione e dell’egocentrismo, in cui l’armonia tra individuo e collettività crea le prospettive per il successo duraturo.

La domanda interessante è come si possono sviluppare queste caratteristiche. Quale percorso può essere utile per indurre i collaboratori a mettersi in gioco? Come si fa a creare un ambiente di questo tipo?

Sono fermamente convinto che dare l’esempio sia sempre la migliore garanzia per influenzare il comportamento degl’altri. Un leader che si approccia ai collaboratori con una mentalità vinco-vinci, contagerà con il suo fare e rinforzerà la convinzione dei suoi interlocutori sul fatto che c’è abbastanza spazio per il successo di tutti, che l’approccio vinco-perdi non porterà lontano, che tutto sommato con un più impegno e apertura mentale si può dar vita a situazione vantaggiose per tutti.

Ne risulta semplice capire che un intervento per creare un ambiente collaborativo parte in prima battuta da un lavoro sul vertice aziendale, ben sapendo che una volta aperta la porta verso questo cambiamento, l’intera struttura si adatterà molto velocemente.

 

Vincere non è superare gli altri ma sorpassare sé stessi

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